"Santa Rita" isola d'Elba (LI) - Lariosub.com

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"Santa Rita" Isola d'Elba (LI)

Il piroscafo Santa Rita (qui ripreso con uno scatto effettuato nel porto di Ancona negli anni 1937-’38 quando si chiamava “Panormus”) ha avuto una vita piuttosto travagliata e piena di vicissitudini.
Nave da carico, fu costruita e varata a Palermo nel 1908 dai C.N.R. (Cantieri Navali Riuniti) su commissione della S.N.A.I. (Società di Navigazione Alta Italia) di Torino e le venne assegnato il nome di “Monginevro”: era lunga 116,45 metri, larga 15,45 metri e aveva una stazza lorda di 5.162 tonnellate. L’apparato motore era a triplice espansione.
Nel 1911 fu acquistata dalla Società Veneziana di Navigazione a Vapore,
(Bandiera della Società Veneziana di Navigazione a Vapore )
fondata a Venezia nel 1899, operò inizialmente sulle rotte verso l’India ed il Far East; nel 1914 introdusse anche le tratte verso la Cina ed il Giappone.

Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, il piroscafo “Monginevro” non risulta essere stato requisito dalla Regia Marina.
Il 12/06/1918 venne colpito dall’U-Boot UB-68: i danni principali vennero riparati nel porto di Alfacs (vicino a Terragona); le restanti riparazioni vennero effettuate nel porto di Genova.


(Immagine dell’UB-68 tratta dal sito www.abyssoblu.com )

L’UB-68 era un sommergibile tedesco appartenente alla classe UB-III:

Del tipo UB-III furono commissionate e costruite 95 unità: le ridotte dimensioni le rendevano ideali per attacchi costieri.
Caratteristiche tecniche:
Lunghezza: 55,30 m;
Larghezza: 5,80 m;
Dislocamento: 516 tonnellate in emersione; 651 tonnellate in immersione;
Potenza HP: 1100 in emersione; 788 in immersione;
Velocità nodi: 13,6 in emersione; 8,0 in immersione;
Raggio operativo: 9040 miglia a 6 nodi in emersione; 55 miglia a 4 nodi in immersione;
Tubi lanciasiluri: 5 da 533mm;
Siluri imbarcati: 10;
Cannone: anteriore da 88mm;
Equipaggio: 34 uomini;
Profondità operativa: 50m;
Massima profondità raggiungibile: 75m.
L’UB-68 fu ordinato ai cantieri Krupp Germaniawerft di Kiel, il 20 maggio 1916 (numero di matricola 286); varato il 4 luglio 1917, entrò in servizio il 5 ottobre 1917.
Ebbe due comandanti: dal 5 ottobre 1917 al 1° luglio 1918 fu il pluridecorato Oberleutenant zur See Heino von Heimburg (Pour le Mérite  insignita l’11 agosto 1917 al comando dell’UC-22 e la Royal House Order of Hohenzollern, Knight's Cross with Swords )dal 2 luglio 1918 al 4 ottobre 1918 fu l’Oberleutenant zur See Karl Doenitz (che divenne poi Grand Admiral dei sommergibili tedeschi tra il 1935 ed il 1945).
L’UB-68 fu di stanza a Pola e compì 5 missioni.
Nel corso della sua breve esistenza affondò 5 navi per un totale di 10.758 tonnellate e ne danneggiò altre 4 (per un totale di 23.788 tonnellate):
al comando di von Heimbourg:
10/04/1918: Warwickshire;
11/04/1918: Kingstonian;
13/04/1918: Provence III;
26/04/1918: Angelina di Paola;
01/06/1918: Angelina;
03/06/1918: Glaucus;
12/06/1918: Monginevro;
24/06/1918: San Antonio.
al comando di Doenitz:
04/10/1918: Oopack.
L’UB-68 affondò al largo della Libia il 4 ottobre 1918 a seguito di un problema tecnico che lo costrinse ad emergere proprio nel mezzo del convoglio al quale stava dando la caccia; cannoneggiato, scomparve tra i flutti in breve tempo portando con sé un membro dell’equipaggio (gli altri 33 si salvarono).
Ritornando al Santa Rita…..
Secondo alcune fonti è solo al termine della Prima Guerra Mondiale che il “Monginevro” venne ribattezzato con il nome “Veniero” (qui ritratto); per altre, ciò avvenne già nel 1912.
Nel 1932 venne ceduto alle Industrie Navali S.A. di Genova e gli venne dato il nome di “Boheme”; venne poi ceduto alla Società Anonima di Navigazione Transmediterranea che gli assegnò il nome di “Panormus” (vedasi immagine iniziale).
Non è finita qui…..
E’ nel 1939 che la Transmediterranea S.A. lo rinomina in “Veniero” per cederlo poi alla Ruggiero & Merega S.A. e Vittorio de Castro di Genova; è in questa occasione che assume il nome di “Santa Rita”.
Scoppia la Seconda Guerra Mondiale e, così come accaduto durante la Grande Guerra, il piroscafo non viene requisito dalla Regia Marina; può continuare così a trasportare merci nel Mar Tirreno fino al 28 febbraio 1943, data nella quale viene sorpreso da un bombardamento aereo inglese nel porto di Cagliari.
Viene colpito ma rimane tuttavia a galla; sorte avversa avrà invece il 13 maggio 1943 quando, in seguito ad un ulteriore bombardamento della città di Cagliari, affonderà.
Il relitto, recuperato alla fine delle ostilità (nel giugno del 1945), viene messo in condizioni di galleggiare: l’intento è quello di trasportarlo a Livorno per eseguire lavori di ripristino e di ammodernamento.
Al traino di due rimorchiatori, il suo viaggio terminò definitivamente al largo di Pianosa il 28 marzo 1946 quando incappò in una mina (appartenente ad uno dei campi minati-presenti tra l’isola d’Elba e Pianosa- disseminati dai tedeschi quando, nel settembre del 1943, occuparono l’Elba) sfuggita allo sminamento post bellico.
Il relitto del “Santa Rita” giace ora in assetto di navigazione ad una profondità di quasi 85m praticamente integro (ad eccezione della prua, mancante, a causa dell’esplosione).


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