In immersione con l'UBS40 - Lariosub.com

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IN IMMERSIONE CON L'UBS40 e L'OUROBOROS

Qualche giorno fa, io ed il mio amico Giovanni, abbiamo deciso di trovarci al mare per fare un'immersione  infrasettimanale, lontano dalla confusione estiva dei diving center, per dedicarci a provare alcuni nuovi  acuisti: si trattava dei nostri rispettivi 2 nuovi rebreather.
Poche settimane prima Giovanni aveva ritirato il suo nuovo E‐CCR OUROBOROS ed aveva completato il suo iter addestrativo (circa 10 ore in acqua con il reb) mentre contemporaneamente io ritiravo un UBS40,  rebreather SCR a massa costante.
La singolarità di questa immersione è data dal fatto che abbiamo portato in acqua e provato entrambi quelli che forse sono i 2  rebreather che rappresentano i 2 estremi nella scala di semplicità/prestazioni dei vari  modelli presenti sul mercato.
L'OUROBOROS è infatti considerato forse il più sofisticato rebreather per immersioni "ricreative" (nel senso  non militari ne commerciali), particolarmente performante per una serie di funzioni e caratteristiche,  peraltro sicuramente non user‐friendly e facile da usare...tantomeno economico :)
L'UBS40 possiamo invece posizionarlo all'esatto opposto di una "graduatoria" compilata valutando caratteristiche/semplicità d'uso/costo; si tratta di un modello espressamente progettato e costruito per  immersioni ricreative entro la profondità massima di 40mt, in genere in curva di sicurezza (respirando  nitrox essa si estende un pochino), godendo di tutti i vantaggi di un rebreather il quale inoltre risulta essere  leggero e poco ingombrante. Altra caratteristica degna di nota è il suo basso costo iniziale di acquisto e,  soprattutto, il bassissimo costo di gestione nel suo uso.
Sarebbe chiaramente impossibile comparare i 2 modelli in quanto trattasi di 2 macchine totalmente diverse (sarebbe come cercare di paragonare una ferrrari da pista con un Toyota da fuoristrada...) ma è stato comunque piacevole vederli insieme, prepararli per l'immersione, usarli entrambi in acqua scambiandoseli tra 2 immersioni di circa 25minuti in modo da valutarne immediatamente a caldo le varie differenze di postura/assetto/idrodinamicità/resistenza respiratoria/caratteristiche generali e tanto altro.
Eccoci quindi io e Gio a Paraggi (GE), noto  sito  per  immersioni  dalla  spiaggia,  a ccaricare la nostra auto e le nostre attrezzature. Dopo una preparazione dei 2 apparecchi (chiaramente  abbastanza veloce per l'UBS40 e + lenta e particolareggiata per l'OUROBOROS) finalmente ci facciamo un  briefing dell'immersione; nel primo tuffo ognuno userà il proprio rebreather... anche per verificare che effettivamente tutti i controlli e preparativi siano andati a buon fine. Dopo circa 25minuti di immersione ed  1   
esserci scattati un po di foto riemergiamo per effettuare lo scambio dei rebreathers: io userò l'OUROBOROS  e Gio farà un tuffo per provare l'UBS40.
Stiamo  chiaramente  parlando  di  una  immersione  estremamente  facile  e  controllata, con partenza da riva e graduale aumento di profondità ma poco oltre i 20mt,  in massima sicurezza.

Prima di immergerci ci scambiamo le reciproche raccomandazioni sull'impiego della macchina, sui controlli più importanti da tenere a mente, qualche consglio su assetto e  postura, ecc.

Qualche minuto in pochi metri d'acqua sarà  necessario per adattare la pesata al nuovo rebreather e per prendere confidenza con tutti i comandi.  Proprio in questo incontriamo subito alcune difficoltà in quanto il più pesante OUROBOROS permetteva a  Gio di essere zavorrato molto poco e risultare quindi molto leggero usando l'UBS40; problemino superato  subito grazie alle abbondanti pietre presenti sul fondale di Paraggi!! Per quanto riguardava me, invece, era  importante acquisire la necessaria manualità per controllare correttamente non solo jacket e stagna ma  anche i 2 controller elettronici, i 2 tasti di carico manuale, i 2 rubineti delle bombole, ecc.
Finalmente, quando entrambi siamo "confident" con il nostro nuovo respiratore scendiamo di qualche  metro ed iniziamo a pinneggiare...dapprima senza una meta (solo per acquisire familiarità con il mezzo) e  poi  dirigiamo  verso  maggiori  profondità  nella  baia  di  Paraggi,  dove  giacciono  i  resti  di  una  piccola  imbarcazione affondata chissà quando.
Approfittiamo per scattarci qualche foto dapprima in bassa profondità e poi qualche foto "artistica" nei  pressi del relitto :)
Anche in questo caso, circa 25minuti di immersione e poi si risale...   già questi pochi minuti sono bastati e  non vediamo l'ora di tornare in atmosfera per poterci scambiare i commenti!
Inoltre...abbiamo già finito una scheda di memoria della fotocamera di Gio!
ed ecco i commenti sull'immersione ma, soprattutto, sui 2 rebreather provati...   dal momento della  preparazione fino al successivo rassetto in superficie.
UBS40
Tra  le  caratteristiche  che  mi  hanno  colpito  di  questo  rebreather  vi  sono  sicuramente  le  sue  ridotte  dimensioni, il suo peso contenuto ed anche una estetica particolarmente accattivante e ben realizzata.
A completare le caratteristiche "estetiche" del rebreather vi sono invece quelle tecniche, ovviamente  ancora più importanti. Anche in questo caso mi è sembrato che la ditta abbia voluto adottare alcune  soluzioni che, pur limitando il prezzo di mercato su di un valore davvero allettante, hanno permesso di  realizzare un prodotto che è sicuramente negli standard di qualità di ogni altro rebrerather presente sul  mercato, e forse, ben al di sopra di alcuni di essi. Per citarne solo alcune potrei riferirmi al filtro radiale da  2,2Kg, realizzato in metallo (estremamente robusto e con protezione termica in neoprene per acque molto  fredde disponibile su richiesta), soluzione che al momento attuale nessun altro rebreather può vantare;
oppure i raccordi dei sacchi e corrugati, ben realizzati, dotati di codice colori rosso‐verde e doppio OR di  tenuta; i sacchi polmone trasparenti, facili da ispezionare visivamente, predisposti per l'inserimento di  accessori quali l'ADV (aggiunta automatica della miscela durante la discesa) oppure analizzatore di Ossigeno  (disponibile a breve come optional). Insomma...tanti piccoli particolari che fanno la differenza nell'ormai  enorme scelta di rebreather di ogni tipo (anche se non tutti certificati).
Le sensazioni in acqua
L'UBS40 nasce dalle modifiche e perfezionamenti apportate al famoso OMG Azimut atte a far si che il  nuovo  modello  fosse  più  adatto  alle  immersioni  "ricreative";
Conosco  l'Azimut  da  molti  anni  (sono  istruttore di questo tipo di rebreather) e già a prima  vista  avevo  notato  che  tra  l'Azimut  e  l'UBS40  vi  erano davvero grandi differenze, che si sarebbero  fatte notare in immersione. Ho già commentato il  non  trascurabile  aspetto  legato  a  peso/ingombro/idrodinamicità...  estremamente  migliorato rispetto all' Azimut;
quello che invece non  era cosi palese ed evidente, se non provandolo dal  vero  in  acqua,  era  la  sua  vestibilità,  leggerezza  e  postura. Le nuove forme, la presenza di una sola  bombola (opzionale la seconda) fanno si che il reb  sia molto compatto e reattivo: un colpo di pinne e c si muove bene in acqua. Il jacket, di tipo tradizionale, si  veste comodamente, si adatta a diverse corporature e non ha l'attrito in acqua di un grosso gav tecnico con  elastici. La respirazione è particolarmente confortevole e leggera: la sezione dei tubi corrugati è stata  allargata e, soprattutto, l'ADV fa egregiamente il suo dovere erogando gas nella fase di discesa senza far  notare al sub particolari sforzi respiratori. Pur trattandosi si un reb a sacchi polmoni posteriori, tarando  opportunamente  la  valvola  di  sovrappressione  e  l'ADV  il  confort  respiratorio  resta  ottimale  ad  ogni  profondità e in ogni posizione... ottimo lavoro per ottenere questo risultato.

Nelle immersioni che abbiamo fatto abbiamo usato l'UBS40 nella sua versione più "ricreativa" (una sola  bombola di miscela e con già integrato l'optional  dell'ADV ‐ ho aggiunto inoltre un bombolino per  la  stagna).  Nulla toglie che il reb possa essere impiegato in immersioni un tantino più impegnative, ai sui limiti di profondità ma godendo di una autonomia maggiore grazie alla  possibilità di aggiungere un apposito kit costituito  da  bombola  ‐ primo stadio  ‐ fruste  ‐ fascia  di  fissaggio.
L'utilizzo  della  seconda  bombola  può  avere  grandi  vantaggi  non  solo  in  termini  di  autonomia  nella  singola  immersione  (specie  ad  elevate  profondità  dove l'autonomia  viene  leggermente compromessa dall'elevato flusso di  miscela richiesto) ma anche in termini di versatilità di impiego, ottimizzazione delle decompressioni o delle  immersioni ripetitive, migliore gestione delle ricariche dei bombolini, ecc.
Dalle impressioni che ho avuto ritengo che questo semplice rebreather sia un ottimo punto di partenza per  chi vorrà cimentarsi nelle immersioni particolari o di specialità/tecniche/con rebreather o un ottimo punto  di  arrivo  per  i  subacquei  esperti  che,  pur  non  essendo  interessati  a  transitare  nella  più  impegnativa  3   
"subacquea tecnca" vogliono affrontare un nuovo modo di fare immersioni....   senza spendere un salasso!  (il  rebreather  in  oggetto  viene  offerto  al  pubblico  a  circa  2300 euro  ai  quali  aggiungere  il  costo  del  necessario costo di addestramento.

OUROBOROS  

L'OUROBOROS  è  forse  l'autorespiratore  più  sofisticato  al  momento  acquistabile  sul  mercato  dai  noi  subacquei "mortali". Esistono rebreathers di pari o superiore fattura ma non sono certo rivolti al grande  pubblico. Stiamo parlando di un autorespiratore a circuito chiuso a controllo elettronico, automiscelante. In  questo modello sono stati enfatizzati gli aspetti legati alla sicurezza nella preparazione e nell'uso in quanto  esso non è rivolto ad un pubblico di subacquei ricreativi ma semmai al settore più "estremista" della  subacquea tecnica. Le prestazioni in termini di autonomia e di ridondanza del sistema elettronico, unito ad  una componentistica di assoluta qualità fanno di questo reb un gioiellino della tecnica. Ovviamente tutto  ciò di cui stiamo parlando ha un prezzo, che si paga non solo in termini economici (circa 12500euro il costo  iniziale di acquisto ‐ variabile in funzione del cambio euro/sterlina) ma anche in termini di addestramento  (servono circa il doppio delle ore macchina necessarie per brevettarsi con un altro E‐CCR). Altro scotto da  pagare per poter immergersi, in sicurezza, con questa macchina sono le più macchinose e lunghe procedure  di  montaggio  e  controllo  pre‐immersione  del  rebreather  stesso  come  anche  le  cure  necessarie  dopo  l'immersione (ed i conseguenti maggiori costi economici di manutenzione). Per contro stiamo parlando di  uno strumento  che permette lunghe immersioni anche in condizioni estreme (è equipaggiato con uno dei  filtri più performanti presenti nei rebrerathers), la cui seconda elettronica totalmente indipendente dalla  primaria (a parte i sensori con  essa condivisi) permetterebbe la gestione del reb anche nel caso di black‐out  elettronico/software, ecc.
Le sensazioni in acqua
Questo singolare rebreather non suscitava in me particolari curiosità in quanto ha caratteristiche non  adatte al tipo di immersioni che abitualmente faccio; è questo il motivo che ha fatto si che la prima prova di  questo macchina, nonostante gli inviti da parte di alcuni tra i primi utilizzatori italiani ed il primo istruttore  in  Italia,  sia  avvenuta  dopo circa  un  paio  di  anni  dalla  sua  comparsa  sul  mercato.  L'occasione  si  è  materializzata  appunto  quando  Giovanni  ha  ritirato  la  sua  unità.  Ci  vediamo  spesso  con Gio  e  quel  pomeriggio, a Framura (SP) mi ha fatto provare per la prima volta il "Boris";
A causa di una pesata non corretta, dell'impiego di una muta umidda (raramente utilizzo mute umide...) e qualche  altro  piccolo fattore ha fatto si che la prova fosse andata abbastanza male e che la macchina  non  mi  avesse  soddisfatto appieno, anzi...
Ecco perchè, al contrario della prima volta, ho fortemente voluto e desiderato portare a termine al più presto un secondo tuffo  con  questa  macchina, utilizzando la mia configurazione standard (pesata corretta e  muta stagna) ed avendo modo di andare leggermente + fondo dei 14/15mt della prima immersione a Framura.

In  effetti  molte  delle  sensazioni  negative provate nella prima immersione si sono ridimensionate nel secondo tuffo e, sebbene poco + di un ora in acqua maturate in 2 immersioni siano comunque poca esperienza per valutare a fondo un rebreather, mi sento in grado di esprimere qualche considerazione  maturata durante queste esperienze.
La macchina si presenta tutt'altro che user‐friendly; si vede che è rivolta a chi effettivamente decide di  dedicarsi anima e corpo ad essa...  a capirla a fondo ed utilizzarla appieno. E' vero che l'assenza dei sacchi  polmone  anteriori  conferisce  maggiore  mobilità  agli  arti  superiori  ma,  dato  l'ingombro  massiccio  del  cassone posteriore ed il suo non trascurabile peso il subacqueo ne risulta abbastanza frenato dall'attrito e  dall'inerzia che esso offre. La resistenza respiratoria, sebbene sia un pochino dura in certe posizioni a basse  profondità, tende a migliorare a quote maggiori, a patto di mantenere una postura che non sia orizzontale.  La gestione della PpO2 va capita: è volutamente molto lenta in modo da generare una certa "inerzia" nel  sistema...  ampi e repentini cambi della PpO2 (verso valori ipossici o iperossici) sono cosi scongiurati ma ciò  si paga con una lentezza, quasi fastidiosa, di risposta nei comandi di immissione gas; anche il software è un  pochino lento rispetto ad altri reb elettronici. Sono chiaramente caratteristiche proprie di questo reb e  l'utilizzatore non deve fare altro che abituarsi a tali caratteristiche. Tantissime sarebbero le considerazioni  da poter fare su ogni singola parte del rebrerather nonchè su ogni singola scelta progettuale o di materiale  impiegato...sarebbe troppo lungo farle ora. IN generale sono molto contento di aver avuto la possibilità di  usare questo reb e di valutarne i pro ed i contro...   sempre, come in un qualsiasi rebreather che si sceglie di  utilizzare, rapportandoli all'uso che se ne intende fare.
Un grazie a Giovanni per la prova del reb ma soprattutto per la compagnia che ogni tanto (in diverse  occasioni ormai) mi garantisce durante le immersioni anche infrasettimanali!

Gabriele Paparo
IL COMMENTO DI GIO

Fare tuffi con Gabry e sempre un gran piacere, figuriamoci poi se nell' immersione fai test su una macchina nuova appunto con Gabry….veramente emozionante!
Torniamo ai commenti tecnici, i due reb come ha già detto Gabriele sono diametralmente opposti e per usi  diciamo differenti, ma paradossalmente affini. Mi spiego meglio sia Ouroboros che Ubs40 hanno in comune  alcune analogie costruttive in particolare mi ha colpito la posizione dei sacchi contro‐polmone: medesima  posizione medesimo materiale costruttivo !!! Sembra proprio che i tecnici Ubs abbiano preso spunto dal  Reb made in UK.
Quindi da qui si deduce che il piccolo di casa Bdk‐sport non abbia nulla da invidiare,  costruttivamente parlando a macchine,  con blasone e costi notevolmente più  alti.  Cosa  molto  importante  da  sottolineare  è  che  L'  Ubs  come  l'  Ouroboros soddisfa le normative CEE.

Il piccolo Reb in acqua è veramente  spettacolare, praticamente non ti sembra di averlo sulle spalle, la resistenza respiratoria è molto buona e decisamente confortevole. Diciamo che  è molto User‐friendly poche nozioni un breve corso e cominci ad usarlo.  Se  vogliamo essere pignoli alcuni difetti li  ha pure lui, ma forse sono puramente soggettivi da parte dell' utilizzatore. Personalmente ho avuto qualche difficoltà con la "pesata" mi spiego meglio: non voglio utilizzare la cintura dei pesi, ma qui sarebbe stata molto utile, per avere un assetto ok oltre alla zavorra integrata ho dovuto riempirmi le tasche di pietre. Una cosa che mi ha dato "fastidio" è il  rumore che genera questo Reb quando "scarica", ma ricordiamoci che è un scr e non un ccr !!!
Deduzioni finali a mio avviso molto positive: per chi vuole cominciare con l'uso dei Reb o per chi vuole fare delle immersioni ricreative in assoluto confort questa macchina è ideale.
L' Ouroboros è molto affascinante costruttivamente è fantastico alta tecnologia nei materiali costruttivi ,  materiali impiegati di derivazione aereo‐spaziale, nulla lascito al caso…ma un Reb assolutamente difficile da capire e da utilizzare. Avendolo acquistato le mie impressioni sono ovviamente un po’ di parte, ma cercherò  di essere imparziale. A mio avviso questo reb è "spettacolare" apprezzo i molti controlli pre‐immersionei  tutti mirati alla sicurezza. A mio avviso anche se non durano 2 minuti perdi 10 minuti, ma sei sicuro che  controlli veramente tutto!!!
Come ho già detto i materiali costruttivi denotano che il costruttore non ha badato a spese, non esiste una  frusta in gomma !!!! tutto i raccordi e fruste sono in metallo, guscio in carbonio.
In acqua, come ho detto precedentemente, l' ouroboros va capito.Non è per nulla intuitivo, il corso e le 10 ore effettive d' acqua per ultimarlo a questo scopo sono molto utili. La prima impressione  per chi arriva da  altre tipologie di reb è nel non aver nulla sul petto che ti precluda i movimenti: sei veramente "libero". Altra  cosa che mi ha colpito in modo positivo è il fatto che puoi condurre tutta l'immersione solo con l'uso del  HUD, quattro Led di diversi colori che ti tengono sotto controllo veramente tutto:Po2, deco, allarmi e solenoide. Il mantenimento della Po2 è molto costante, difficilmente si hanno dei picchi ne bassi ne alti, anche se da molti questa viene intepretato come difetto nel SW ritenendolo troppo lento.
Non mi picace assolutamente il sacco e il sistema di scarico entrambi presto verranno sostituiti, la resistenza respiratoria migliora con la profondità: assurdo dovrebbe essere costante. Non esiste una sistemazione per i pesi: assurdo, con quello che costa. Difficoltà nell' utilizzo, difficoltoso nello smontaggio e rimontaggio, insomma sia per i costi che per l' elevato grado di difficoltà che ha questo Reb non è una  macchina per tutti. Sicuramente se qualcuno l'ha portato fino a – 236 mt è un ottimo reb.

Giovanni Fiocca

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